LE LOTTE SOCIALI

 

Le condizioni di vita e di lavoro degli operai erano pressochè impossibili , poichè i salari erano bassi ed i prezzi dei prodotti alimentari aumentavano sempre più. La disoccupazione gettava spesso sul lastrico intere famiglie, senza che gli operai potessero godere di alcuna forma di assistenza o di previdenza.Anche lo Stato contribuì a rendere più agevole lo sfruttamento dei salariati vietando, nel 1799-1800, con i Combination Act, l'associazione fra gli operai,allo scopo di impedire sia le rivendicazioni economiche che la partecipazione alla lotta politica.La condizione delle masse operaie era però giunta ad un punto tale che si ebbero i primi episodi di ribellione contro la classe imprenditoriale. All'inizio furono forme di rivolta sociale molto simili alle rivolte contadine contro i signori feudali,spontanee, senza capi, senza precisi obiettivi, come nel caso della rivolta contro le macchine, ritenute la causa della disoccupazione di molti lavoranti a domicilio: fu il cosiddetto "Luddismo", dal nome dell'operaio Ned Ludd che nel 1779 aveva spezzato un telaio.La protesta assunse forme violente soprattutto nel 1811, quando il Luddismo si sviluppò nel Nottinghamshire, per dilagare poi nelle altre regioni industriali.Questo movimento si esaurì senza essere giunto a reali conquiste, ma gettò le basi per il formarsi di una coscienza della classe operaia e per le prime rivendicazioni, poichè, nonostante il divieto dei Combination Act, si svilupparono clandestinamente le associazioni di mestiere (Trade Unions), le quali tentarono dapprima di opporsi all'abrogazione o al tacito abbandono delle leggi e consuetudini corporative che fin dal tardo Medioevo avevano tutelato il lavoro. In seguito, riconosciuto il diritto di associazione (Inghilterra 1824) ,grazie soprattutto all'opera di sensibilizzazione dell'opinione pubblica svolta dal Movimento Radicale inglese, cominciarono a rivendicare aumenti salariali, leggi più umane sul lavoro di donne e fanciulli ed il riconoscimento di diritti politici.Si sviluppò allora, sia in Inghilterra che in Francia, un crescente interesse da parte di economisti e riformatori sociali per le condizioni delle masse operaie e per quella che fu chiamata la QUESTIONE SOCIALE.

                                                                                                                      

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