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La nascita dell’organismo comunale in Lombardia, iniziato verso gli anni a cavallo del 1000, troverà la sua massima espressione con Milano alla fine del XI secolo. Il comune si organizzò proprio durante l’XI secolo nonostante anni di lotte civili e anche di ostilità contro le città vicine come Pavia, Como, Lodi, Cremona e Piacenza.

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Grazie alla crescente autonomia, la ricchezza e la forza militare e politica, nel XII secolo il comune raggiunse forse il massimo sviluppo e lo scontro con Federico Barbarossa si risolse a vantaggio della lega, capeggiata da Milano, dei comuni lombardi,  che sconfissero il Barbarossa a Legnano, nel 1176. La città distrutta più volte dal Barbarossa venne ricostruita e ripopolata.

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A partire dal 1213 con l’avvento del podestà come forma istituzionale della vita cittadina lo sviluppo di Milano poteva dirsi completato, mentre continuava a crescere la sua importanza e la sua prosperità grazie ai commerci e alla lavorazione dei metalli e della lana.

Il delicato equilibrio tra le forze che componevano il comune, cioè i nobili e il popolo, non resse però a lungo e le lotte civili travagliarono Milano per tutta la seconda metà del XIII secolo fino alla definitiva conquista da parte della signoria dei Visconti. 
Nell’età comunale Milano contava 200000 abitanti, 12900 case, 115 parrocchie, 200 chiese, 10 ospedali uno dei quali poteva accogliere 11000 persone; si contavano inoltre 28 medici, 150 chirurghi, 1500 notai e funzionavano 70 scuole.Testimonianze artistiche e architettoniche di questa epoca sono gli archi di Porta Nuova ( XII secolo ) e il palazzo della Ragione e del nuovo Broletto ( XIII secolo ).