FASE CONSOLARE

 

All'interno delle città si era andata affermando una classe nobiliare composta dalla feudalità minore e dai magnati. Questa, liberatasi dal rapporto di vassallaggio che per lungo tempo l'aveva legata alle grandi signorie rurali, tentava ora la propria ascesa nel mondo urbano, anche grazie alla propria esperienza in campo amministrativo. Fra i membri di tali influenti famiglie, in questa prima fase della vita comunale, venivano eletti, per rappresentare l'intera città, due o più supremi magistrati che vennero definiti consoli. Questi restavano in carica solo un anno, al fine di evitare tentazioni autoritarie. I consoli esercitavano funzioni di governo, si occupavano dell'amministrazione della giustizia, giudicando i casi di sangue e comandavano l'esercito cittadino in occasione di conflitti. Nonostante i poteri supremi dei consoli essi non potevano essere considerati dei dittatori, perchè prendevano insieme le decisioni e si controllavano a vicenda. Esisteva una assemblea popolare, detta Arengo, chiamata ad esprimere il proprio parere sulle scelte politiche più importanti per l'intera comunità cittadina e che riguardavano la sicurezza e i beni comuni. Comunque l'azione di governo veniva fortemente indirizzata dai consoli, che mediavano i contrasti di interesse dell'assemblea che era spesso caratterizzata da aspirazioni estremamente diverse.  In una fase successiva accanto all’Arengo sorsero il consiglio maggiore e il consiglio di credenza. Anche questi organi erano elettivi, all’inizio avevano solo una funzione consultiva, in quanto erano chiamati a dare pareri su questioni complesse. Il consiglio maggiore era costituito da un numero variabile di cittadini, da 360 a 600, e si occupava degli affari generali. Il consiglio di credenza era, invece, assai ristretto. Esso era infatti  formato dai rappresentanti delle famiglie più importanti e dai rappresentanti del popolo che si distinguevano per le loro competenze specifiche in materia amministrativa e giuridica. Esso coadiuvava i consoli negli affari riservati e vigilava affinché nessuno attentasse alle istituzioni comunali. In seguito i due consigli ridimensionarono notevolmente il ruolo dell’Arengo e in alcuni comuni il consiglio maggiore lo sostituì legiferando e decidendo sui problemi di maggior rilievo. Questo avvenne perchè si sentiva maggiormente l'esigenza che più rappresentanti dessero il loro parere su questioni di ordine pubblico.     

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