NASCITA
Verso lXI secolo nacque ben presto linsofferenza della nascente borghesia urbana verso lordinamento feudale. Tutti quelli che esercitavano un commercio, un mestiere, una professione volevano, infatti, che si riconoscessero i loro diritti e i loro interessi. Ebbe così origine la nuova realtà politica dei comuni. La situazione italiana si differenzia, però, da quella del resto dEuropa. Al di là delle Alpi il movimento comunale si affermò nelle regioni più sviluppate economicamente mentre sul territorio continuò a dominare laristocrazia feudale che rimase estranea alla vita cittadina.
In Italia, dove i comuni ebbero il massimo sviluppo, questi volevano liberarsi dalla tutela della grande feudalità. Però fu proprio la piccola nobiltà che costituì le prime consorterie. I soci di queste associazioni, dette coniuratio, giuravano di agire in comune, da cui il termine comune. Le consorterie si appropriarono senza autorizzazione delle regalie. Gli esponenti delle consorterie con in seguito i magnati dettero così vita ad un governo cittadino. In Italia i comuni più importanti estesero progressivamente la loro sovranità su quelli minori delle terre vicine. La conquista del contado fu, però, fortemente ostacolata dalla feudalità, anche se alla fine le città prevalsero. Nelle campagne entrate nella giurisdizione del comune il feudalesimo fu quasi del tutto eliminato. Al contrario che nel resto d'Europa, in Italia, i feudatari incominciarono a capire che la vita in città poteva fruttare grandi profitti. Così iniziarono ad abbandonare i loro castelli e a trasferirsi in città con tutta la loro "corte". Subito partì la lotta dei feudatari per dimostrare il proprio prestigio che sfociò nella costruzione di altissime case-torri; più queste erano alte più era importante o tenuto in considerazione il proprietario. Per questo in seguito venne stabilito un tetto massimo di altezza a cinquanta metri poichè le case più alte erano pericolanti.