AMALFI

Forti dell'appoggio di Bisanzio, le città della costa campana, fra cui in particolare Amalfi, conobbero intorno ai sec. VII e IX un vivace sviluppo marittimo e commerciale, favorito anche dalla loro felice posizione geografica: a metà strada tra l'Occidente latino-germanico e l'Oriente bizantino.

Di queste città marittime, solo Amalfi ha lasciato tracce della propria floridezza economica e del proprio sviluppo.

Formalmente dipendente dall'impero bizantino, Amalfi divenne di fatto autonoma nella prima metà del IX secolo: infatti, pur restando nominalmente soggetta a Bisanzio, si diede magistrature, leggi, monete proprie. Questa formale dipendenza le diede però la possibilità di contare su Bisanzio come deterrente per salvaguardare la sua indipendenza dalla pressione dei duchi longobardi, che controllavano l'entroterra campano.

Dopo ripetuti scontri con i Saraceni - contro i quali ottenne un' importante vittoria nelle acque di Ostia con l'aiuto delle altre città marinare tirreniche (849) - perseguì una politica di equilibrio tra le potenze interessate al dominio del Mediterraneo, stipulando trattati commerciali sia con i musulmani d'Africa, di Sicilia e di Spagna, sia con i Bizantini.

Nel periodo del suo massimo splendore - l'XI secolo - la città ottenne da Bisanzio una riduzione dei dazi e un quartiere sul Bosforo, ove i mercanti raccoglievano le merci provenienti dall'Oriente per trasportarle poi in Occidente; possedeva fondachi in Medio Oriente, in Egitto, in Tunisia, in Spagna e in Sicilia; aveva botteghe a Pisa e Genova, sue concorrenti.

Le merci trattate dai mercanti amalfitani erano le stesse importate dai Veneziani, ma Amalfi, a differenza di Venezia, esportava numerosi prodotti artigianali locali (panni di lino, stoviglie di terracotta, vino, olio).

La ricchezza e la vitalità di Amalfi era testimoniata non solo dalla vastità dei suoi interessi economici, ma anche dalla particolare abilità dei suoi navigatori: gli amalfitani infatti legarono il loro nome anche all'aver raccolto per primi materiale per disegnare i celebri portolani, alla diffusione della bussola, già nota ai Cinesi e agli Arabi, e alle famose Tavole amalfitane, il primo codice di navigazione e di commercio marittimo che restò in vigore per secoli.

Amalfi declinò però molto rapidamente: prima, nel 1039, fu occupata dal duca longobardo Guaimario, poi fu conquistata dai Normanni di Roberto il Guiscardo, perdendo sua autonomia (1073), ma mantenendo ancora le proprie attività commerciali. Dopo pochi anni però i suoi interessi vennero a scontrarsi con quelli di Pisa che, mirando a sostituirsi ad essa nei mercati dell'Italia meridionale, le inflisse un colpo irrimediabile saccheggiandola e riducendola alla condizione di tributaria (1135).

 

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