...leggendo
Italo Calvino... |
Alzare gli occhi dal libro (leggeva sempre, in treno) e
ritrovare pezzo per pezzo il paesaggio - il muro, il fico, la noria, le
canne, la scogliera - le cose viste da sempre di cui soltanto ora, per
esserne stato lontano, s'accorgeva: questo era il modo in cui tutte le
volte che vi tornava, Quinto riprendeva contatto col suo paese… da La speculazione edilizia, I, pag. 781, incipit |
ELCO |
Ogni cosa sembrava più bella,
aveva la capacità di irradiare armonia nei visi della gente. O almeno a
lui, sceso dal treno e diretto alla sua abitazione, sembrava così. |
Mattia Benvenuto |
…e
ogni volta riscopriva qualcosa di nuovo. Ogni situazione, ogni epoca della
sua vita gli riservava una nuova esperienza senza sapere mai cosa
aspettarsi. La forza con cui ogni volta veniva colpito da un nuovo
elemento che scorgeva nel nuovo mondo che ogni volta gli si parava davanti
era incredibile; una nuova luce illuminava il mondo e senza sapere né
come né perché, sentiva che anche lui cambiava di pari passo con la
realtà che davanti a lui trasmutava. |
Camilla Frigerio |
…stavolta,
però, c’era qualcosa di diverso in lui: era cambiato dall’ultima
volta che vi era tornato, aveva avuto esperienze, dolorose e felici, e
aveva sperimentato cose che nella sua mente di ragazzo non aveva mai
immaginato. Era diventato maturo, un uomo. Ora trovava tutto strano e
sconosciuto, ma il suo nuovo coraggio, acquisito lungo il percorso, non
gli faceva più provare paura. Adesso era pronto per affrontare tutto ciò
a cui aveva malinconicamente ma con terrore pensato durante la sua
assenza, lunga assenza. I fatti in sospeso non sarebbero più stati tali:
avrebbe rivisto le persone da cui era voluto scappare, gli eventi che
aveva voluto dimenticare. Nonostante la sua maturata temerarietà, più si
avvicinava alla meta d’arrivo più una sorta di tremore gli prendeva
tutto il corpo, leggera quasi impercettibile. Ora cadeva nello
sconforto:questa volta doveva farcela: quante volte era fuggito? E se
tutto il suo peregrinare non fosse servito a nulla? Se ormai tutta la sua
vita non avesse più senso? Ricominciò a sentirsi piccolissimo rispetto
agli ampi campi che stava attraversando, ma, arrivato all’ingresso del
paese, una rassegnazione lo invase e ritrovò le forze di proseguire il
suo intento. Sceso dal treno riconobbe l’aria tristemente familiare egli
passò per l’anticamera del cervello di desistere. Cosa serviva ormai a
questo punto della sua vita? Ma non si lasciò abbattere e andò dritto
per la sua strada, sfidando i traumi che l’avevano indotto alla fuga.
S’incamminò come un uomo vero e forte e si sentì finalmente pronto a
tutto: faceva quello che aveva sempre voluto fare e questo dava senso alla
sua esistenza. Andò verso il luogo che l’aveva sempre terrorizzato e lì
riuscì a fare quello che doveva. |