Camille Desmoulins
Camille Desmoulins nacque a Guise, Aisne, nel 1760.
Fu compagno di Robespierre e Danton, alla scuola che questi frequentarono presso Parigi. Avvicinatosi alle causa rivoluzionaria, la promosse con alcuni suoi scritti, tra cui "La filosofia del popolo francese", diffuso nel 1788 e "La Francia libera", pubblicato nel 1789.
Il 12 luglio 1789 chiamò alle armi la folla in tumulto per il licenziamento di Necker. Influì poi sull'opinione rivoluzionaria con i discorsi al club dei cordiglieri e soprattutto con l'attività pubblicistica, in opuscoli come "Il discorso della Lanterna ai Parigini" e nel settimanale "Les révolutions de France et de Brabant", edito nel periodo dal novembre 1789 al luglio 1791. Divenuto segretario generale del Ministero della Giustizia, retto da Danton, e deputato alla Convenzione, continuò le sue campagne di stampa, nel 1793 contro i Girondini, poi contro gli hebertisti dalle colonne del "Vieux Cordelier", fondato a tale scopo nel dicembre del medesimo anno. Coinvolto nell'epurazione dei dantonisti per aver sostenuto gli indulgenti e aver chiesto la costituzione di un comitato di clemenza, fu arrestato il 31 marzo 1794 e giustiziato il 5 aprile.
Sua moglie, Anne Louise Duplessis-l Aridon, nota col nome di Lucile Desmoulins, nata a Parigi nel 1771, protestò in una lettera a Robespierre contro l'arresto del marito; accusata di complicità, fu condannata a morte e giustiziata il 13 aprile, a soli ventitré anni.