IL COMBATTIMENTO

LE ARMI

Queste sono le principali armi usate dai pirati:

PALLE INCATENATE: raramente i colpi di cannone potevano affondare una nave, ma l'impatto della palla di ferro contro lo scafo provocava un'esplosione di schegge mortali. Bastavano due palle incatenate insieme e lanciate in alto per abbattere gli alberi e le vele e danneggiare un vascello

SCIABOLA TAGLIAGOLA:                                           nel XVII e XVIII secolo la sciabola corta, o squarcina, era l'arma preferita da tutti coloro che combattevano in mare; la sua lama corta e larga la rendeva ideale in un corpo a corpo; una lama più lunga poteva impigliarsi facilmente nel sartiame
TROMBONE: la canna corta del trombone limitava la sua precisione, i pirati lo usavano solo a distanza ravvicinata, come il moschetto, era appoggiato alla spalla, ma la canna corta rendeva il trombone più maneggevole sul ponte della nave, beccheggiante e affollato
PISTOLA A PIETRA FOCAIA:                 
                 leggera e maneggevole, era l'arma da fuoco preferita dai pirati quando assaltavano una nave, tuttavia, a volte, l'umidità dell'aria e gli spruzzi bagnavano la polvere e la pistola faceva cilecca; ricaricare l'arma richiedeva molto tempo, così i pirati preferivano usarne l'impugnatura come una clava
IL MOSCHETTO:                
                     il tiratore scelto poteva colpire il timoniere della nave avversaria, anche da notevole distanza; la rigatura all'interno della canna stabilizzava la traiettoria, migliorando la precisione del colpo
ASCIA D'ATTACCO: i pirati che andavano all'arrembaggio dei grandi vascelli usavano asce per scalare le murature delle navi e, una volta sul ponte, le utilizzavano per abbattere le vele: un solo colpo d'ascia poteva tagliare una grossa cima, come il braccio di un uomo
ARMA SEGRETA: il pugnale poteva essere facilmente nascosto sotto i vestiti e, in un attacco a sorpresa, dove non c'era spazio per brandire la spada, poteva infliggere ferite mortali
BOMBE INCENDIARIE: scagliate dal castello di prua della nave pirata, bombe spesso fatte di una mistura di pece e stracci potevano appiccare un incendio che si propagava rapidamente; la cortina di fumo che ne seguiva creava confusione e panico
PIEDI DI CORVO: a volte i corsari francesi spargevano chiodi a quattro punte, detti "piedi di corvo", sul ponte della nave che stavano per arrembare; poiché i marinai andavano a piedi nudi per evitare di scivolare sui ponti bagnati, i piedi di corvo potevano infliggere terribili ferite a chi li calpestava

 

                                                    

LE TATTICHE

Tattiche di combattimento a terra
Le spedizioni in terraferma erano comuni e contavano sull'effetto sorpresa. Gli Stati si difendevano con l'approntamento di torri d'avvistamento, collegate tra loro tramite segnali a vista; in caso d'allarme sarebbero giunte delle colonne di soccorso, ma spesso l'intervento giungeva tardivo. I pirati saccheggiavano intere città, spesso cercavano di ricavare da località sperdute un punto di appoggio da dove organizzare le loro scorrerie, nel caso dei Vichinghi, tali soggiorni invernali preludevano poi all'invasione e alla conquista dell'intera regione. I pirati in battaglia contavano sul loro impeto, sulla precisione del loro tiro oppure sulla loro abilità nelle mischie e sull'utilizzo delle armi bianche. Se si trovavano a mal partito oppure erano circondati, cercavano di aprirsi una via di fuga, poiché sapevano che sarebbero stati tutti giustiziati senza pietà alcuna se fossero stati catturati.

Tattiche di combattimento in mare
Era ben difficile che una nave nemica, anche se passava lontana, non fosse avvistata dai pirati. Durante le attraversate tutti gli occhi erano fissi all'orizzonte, perché il primo che vedeva la preda aveva diritto ad un premio. Quando una vela era in vista, l'equipaggio afferrava le armi e correva al proprio posto. A prua si portavano quelli armati di moschetto; altri si coricavano sul ponte per non farsi scorgere; tenevano il coltello fra i denti e la pistola nella mano destra, la sinistra era libera per l'arrembaggio. Intanto il timoniere portava a tutta velocità la nave sulla scia dell'altra; in questo modo le presentava sempre la prua e offriva uno stretto bersaglio se avesse sparato. Accostatisi alla preda, i pirati agganciavano, servendosi di grappini d'arrembaggio, il proprio vascello alla nave nemica; ad un comando del capitano la ciurma si arrampicava e balzava sul ponte nemico; solitamente l'equipaggio si arrendeva e i pirati facevano razzia di tutto ciò che trovavano di prezioso.