PREMESSA

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Questo brano è l’ultimo capitolo di "Conversazione in Sicilia". In esso ritroviamo tutti i personaggi incontrati da Silvestro-Vittorini durante il suo viaggio, eccetto la madre. Insieme osservano una statua di bronzo raffigurante una donna nuda posta a celebrazione dei caduti in guerra. Gli osservatori sottolineano subito il sesso femminile e comunque tutto ciò che rappresenta la femminilità. E proprio da qui parte la tacita critica al fascismo espressa nell’”ehm”, questa parola suggellata, ermetica, che marcatamente sottolinea l’ipocrisia della dedica ai caduti, l’intenzione di celebrarli con una bellissima donna nuda…ehm, appunto. L’episodio risulta essere una critica alla retorica celebrativa fascista: la statua femminile contrasta con le donne vere, madri, figlie e spose di tanti soldati caduti in guerra. E tutti poi lo comprendono (ecco l’interiezione di intesa, anche se necessariamente non esplicita, rappresentata dall’”ehm”). Gli unici che non capiscono sono Coi Baffi e Senza Baffi, che sono le spie fasciste, e in verità non vogliono capire ciò che in realtà sanno già.

 

   

Alzai [1] allora gli occhi sull'ignuda donna di bronzo del monumento.

Era una bella donna giovane nelle sue dimensioni due volte il naturale e la sua pelle liscia di bronzo; ben fatta, avrebbe dichiarato mia madre; con gambe, con seni, con schiena, con ventre, con braccia... Era fornita di tutto quello che rende donna una donna, come uscita fresca dalla costola dell'uomo, invero. Aveva anche segnato, oscuramente, il sesso; e lunghi capelli le adornavano, con sessuale grazia, il collo; il volto sorrideva per sessuale malizia, per tutto il miele in lei, e per il suo stare ignuda là in mezzo, due volte più grande del necessario, in bronzo.

Mi alzai, e le girai attorno, ad esaminarla meglio. Le andai di dietro, di fianco e poi di nuovo di dietro. Gli amici mi osservavano, e i vecchi mi strizzavano l'occhio, le donne e le ragazze si scrutavan l'un l'altra a capo chino, il Gran Lombardo [2] , grave, si schiariva la gola.

«E’ proprio una donna [3] » dissi io.

L'arrotino [4] mi si avvicinò, si piantò accanto a me sul piedistallo e alzò gli occhi anche lui. «Sicuro» esclamò. «È una donna.»

Girammo entrambi sul davanti di lei, con gli occhi sempre alzati. «Ha il latte, lí» osservò l'arrotino. E rise.

Risero, dai piedi del monumento, le ragazze. Sorrise il Gran Lombardo. «E’ una donna» dissi io di nuo­vo. Mi allontanai di uno o due passi sul piedistallo, e l'arrotino mi seguì, tutti e due guardammo la donna nel suo insieme.

«Non c'è male, no?»  l'arrotino chiese.

Io gli feci notare il sorriso di lei. E l'arrotino mi diede un colpetto col gomito. «Ah, ah!» disse.

La donna stava eretta, con un braccio levato verso il cielo, e l'altro piegato di sopra al petto come per toc­carsi l'ascella del primo. Sorrideva. «Sa tutto» 1'ar­rotino disse.

Rise, ai piedi del piedistallo, una ragazza, e 1'arroti­no soggiunse: «La sa lunga tanto quanto è lunga.»

«Sa anche di più» dissi io. «Sa che è invulnera­bile.»

«Davvero?» il mio interlocutore esclamò.

«Si capisce» dissi io. «Sa che è di bronzo.»

«Ah, ecco!» esclamarono i miei interlocutori.

E io continuai: «Lo si vede, no?»

«Lo si vede»  i miei interlocutori riconobbero.

Io scesi un gradino e mi rimisi giù, seduto. Ognuno si allontanò di qualche passo, ognuno sedette.

«Questa donna è per loro [5] » dissi.

Tutti assentirono, e io soggiunsi:

« Essi non sono morti comuni, non appartengono al mondo, appartengono ad altro, ed hanno questa donna per loro.»

«Ehm [6] !» aveva detto il soldato [7] .

«Non è gentile da parte nostra dedicar loro una donna?» continuai. «In questa donna noi li cele­briamo.»

«Ehm!» il soldato aveva detto. «Ehm! Ehm!»

« E in questa donna» io continuai «in questa donna... ».

M'interruppi, e il soldato parlò in me, disse forte:

«Ehm?» chiesero, seduti intorno, i miei interlocu­tori.

« Niente» io dissi. «Ho detto solo ehm!»

Ma di nuovo il soldato parlò in me, e di nuovo dis­se: « Ehm!»

«Che storia è questa?» si chiesero l'un l'altro Coi Baffi e Senza Baffi [8] .

«È una parola suggellata [9] » io risposi.

I siciliani si guardarono tra loro.

« Ah!» disse l'uomo Porfirio [10] .

« Già» disse l'uomo Ezechiele [11] .

« Sicuro» disse l'arrotino.

E il Gran Lombardo assentì col capo. Ognuno as­sentì. Uno disse: «Anch'io la conosco».

« Che cosa?» Coi Baffi chiese.

« Che cosa?» chiese Senza Baffi.

In alto sorrideva, sopra a tutto questo, la donna di bronzo.

« Ed è molto soffrire [12] ?» chiesero i siciliani.


[1] Il soggetto è l’io narrante, Silvestro.

[2] Uno dei personaggi più importanti del romanzo. Silvestro lo aveva incontrato sul treno che lo riportava in Sicilia (cap. VI).

[3] Da notare come non sia casuale il fatto che Silvestro venga subito colpito dalla statua nei tratti caratteristici della Donna, poiché sono i primi che saltano all’occhio, non certo che sia dedicata ai caduti.

[4] Altro personaggio significativo (cfr. cap. XXXIII e segg.).

[5] Per i caduti.

[6] In questa piccola e apparentemente insignificante parola si racchiude il significato allegorico del brano. Attraverso l”ehm”, Vittoriani costruisce lo stereotipo della grava condizione italiana (v. nota 6). È una parola comprensibile  e non comprensibile allo stesso tempo, perché significa tutto e niente. Per il significato che i personaggi le danno assume un’accezione molto audace per i tempi che correvano. Nonostante l’autore non specifichi il significato, la parola è comprensibilmente una critica pesante al fascismo.

[7] Cfr. capp. XLII-XLIII.

[8] Sono le spie fasciste, cfr. cap. V.

[9] Ermetica.

[10] Cfr. cap. XXXVI.

[11] Cfr. cap. XXXV.

[12] Queste ultime parole del libro sono di difficile comprensione. Infatti non si capisce a chi sono rivolte né il loro significato. Si può ipotizzare che si riferiscano alla condizione che tutto il quarantottesimo capitolo vuole descrivere, cioè quella dell’Italia fascista, che imponeva le proprie idee opprimendo ogni libertà di giudizio. Ed infatti, anche in questo caso, Silvestro e gli altri non possono parlare con chiarezza a causa della presenza di Coi Baffi e Senza Baffi. Presenza che quasi censura il tacito segreto dei personaggi attorno alla statua. È per questo che i personaggi usano l’ehm: semplicemente per non farsi capire. È importante capire la situazione poiché rappresenta l’idea di Vittorini nei confronti del fascismo. Inoltre si può aggiungere che per quanto riguarda il destinatario della domanda, essa è rivolta a tutti coloro i quali soffrono per il mondo offeso. Per questo si può definire anche un romanzo sociale.