IL PODESTA'


 

 Il podestà era il supremo magistrato del Comune medievale italiano. Sostituì, tra gli ultimi decenni del sec. XII e i primi del XIII, la magistratura collegiale dei consoli, allorché questi si dimostrarono incapaci di assicurare un governo sufficientemente stabile, al di sopra dei conflitti tra le fazioni. Nonostante i contrasti, l'autorità podestarile si diffuse quasi dappertutto. Nella sua forma definitiva, fu forestiero, elettivo, unico, responsabile (al termine dell'ufficio era sottoposto a sindacato) e temporaneo (quasi ovunque durava in carica un anno, talvolta di meno, raramente di più). All'atto della nomina doveva prestare un giuramento che lo impegnava soprattutto all'imparzialità. Veniva scelto tra i membri di famiglie importanti, quasi sempre nobili; spesso era un esperto di diritto ed esercitava l'ufficio podestarile come una professione. Gli erano affidati l'amministrazione della giustizia, il potere esecutivo e il comando dell'esercito. Con l'espansione economica, nel Comune si formò (ca. sec. XIII) un forte ceto di origine popolana, organizzato nelle Arti, ma escluso dal potere. Accanto al podestà fu allora istituita la magistratura del capitano del popolo. Il podestà finì con l'essere esautorato, senza però scomparire.