Ultima modifica: 7 Ottobre 2019

Circ. n. 64 – Proposta spettacolo: Lucrezia e le altre- dal mito l’origine della violenza di genere- Scheda spettacolo

Si riporta la scheda dello spettacolo in oggetto che non comporta costi, in quanto ci è offerto gratuitamente. I Consigli di Classe interessati lo segnalino entro e non oltre mercoledì  9 ottobre p.v. alla Dirigente Scolastica tramite mail: presidenza@vittorininet.it.

 

LA DIRIGENTE SCOLASTICA

dott.ssa  Albalisa Azzariti

(Firma autografa sostituita a mezzo stampa ai sensi e per gli effetti dell’art. 3, c. 2, D.Lgs. n. 39/1993)

 

/mp

 

SCHEDA SPETTACOLO:

LUCREZIA E LE ALTRE

Dal mito le origini della violenza di genere

 

  1. I DATI E IL CONTESTO – LA VIOLENZA DI GENERE OGGI

I dati sono terrificanti: 119 le vittime di femminicidio tra marzo 2017 e lo stesso mese del

2018, secondo il Viminale, e dall’inizio di quest’anno il bollettino registra più di 30 vittime.

Nel nostro paese viene ammazzata una donna ogni 2 /3 giorni. Il divario tra violenza

subita e violenza denunciata è pari a una voragine, solo il 12% delle donne che

subiscono lesioni, percosse, minacce, violenze sessuali, maltrattamenti e atti persecutori

denuncia, e nonostante il dipartimento delle Pari Opportunità in questi anni abbia triplicato

i fondi, e le case rifugio e i centri antiviolenza siano raddoppiati, la strage continua. E le

donne che trovano il coraggio di denunciare, spesso sono sole: la reazione del partner

violento sovente arriva prima della giustizia. Una strage infinita, titola un articolo della

27° ora del Corriere della Sera.

 

Ministero dell’Interno / Dossier

Viminale 1 agosto 2017 – 31 luglio

2018

DISCRIMINAZIONE DI GENERE SECONDO GLI ADOLESCENTI

 

Da un’indagine svolta nel 2018 da Terre des Hommes in collaborazione con Scuola Zoo risulta che per 8 adolescenti su 10, la forma di discriminazione peggiore che subiscono le donne è rappresentata da molestie sessuali e violenza, risposta indicata dalla stragrande maggioranza (85,4%). Il 12% delle ragazze risponde affermativamente quando gli viene posta la domanda diretta se hanno mai subito molestie o violenze.

 

 

 

 

 

 

Significativo è inoltre notare quanto gli stereotipi siano ancora presenti: secondo il 15%

delle intervistate, infatti, una ragazza che veste in modo provocante la violenza “se la va a

cercare”. Il 17,5% pensa che debba essere l’uomo a dirigere e a mantenere la famiglia e il

23,2% ritiene che il ruolo principale della donna debba essere quello di madre. Il 20,3%

pensa che una mamma lavoratrice non possa dedicarsi ai figli come dovrebbe.

Anche solo da questi pochi dati emerge chiaramente quanto sia la “cultura” stessa in cui

siamo cresciuti e che abbiamo inconsapevolmente introiettato, a portare le donne ad

essere “vittime” di loro stesse.

Se poi si considera che alla domanda “Ti sei mai sentita sola?”, l’85,8% delle adolescenti

risponde di sì, e che una percentuale simile, l’85,3%, dichiara che servirebbe uno

psicologo nella propria scuola, appare evidente il bisogno di un intervento efficace e

immediato proprio a partire dagli istituti scolastici.

 

 

  1. OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO

Andare alla ricerca delle radici culturali di questa pratica così ben radicata a livello

sociale e culturale è quello che ci proponiamo di fare con questo nostro lavoro.

Andare a ritroso, giù sempre più giù, alle origini della nostra cultura occidentale,

interrogando il mito classico, i poemi omerici, la letteratura greca e latina, transitando per

Shakespeare e arrivando fino alla contemporaneità. E con questo materiale, scrivere e

mettere in scena uno spettacolo teatrale e farlo girare in più luoghi possibili della città,

offrendo appuntamenti gratuiti per il pubblico e per gli istituti che lo ospiteranno.

Come moderne archeologhe, vogliamo riportare alla luce le voci, i pensieri, le vicende, i

miti le storie che hanno forgiato fin dall’antichità il pensiero della violenza di genere.

E’ stato scritto e realizzato uno spettacolo teatrale con la drammaturgia originale di

Elisabetta Vergani (che ne firma anche la regia) e Silvia Romani, le musiche originali dal

vivo di Sara Calvanelli.

In scena un coro di tre voci, un’attrice, una studiosa di mitologia classica, una musicista.

Un coro, che come nel teatro tragico dell’Atene del V sec, interroga il passato facendosi

tramite per il presente, di fronte alla propria comunità.

Una riflessione appassionata e civile che ci aiuti a cambiare lo sguardo, a sovvertire le

regole della violenza e del possesso, della reificazione dei corpi e delle anime e ci

muova a nuova dignità del pensare, sentire e agire comune.

Approfondire il contesto culturale nel quale abbiamo costruito la nostra identità e i nostri

ruoli sociali per cambiare i comportamenti delle persone e abbattere le barriere socioculturali all’origine della violenza.

Educare, attraverso il linguaggio artistico, al rispetto della persona e contrastare gli

stereotipi di genere alla base di una visione errata del ruolo di donne e uomini nella

società.

 

  1. SVILUPPO DEL PROGETTO

LA VIOLENZA DI GENERE NEL MITO: TRACCE PER LA DRAMMATURGIA

 

In molti ricordano che, all’inizio del mondo dei Greci e dei Romani, una bellissima ragazza

è uscita dalle onde ed è diventata la dea dell’Amore. La creatura con gli occhi di grano di

botticelliana memoria invade il nostro immaginario, ma dietro alle quinte del mito leggiadro di Afrodite si nasconde in verità il primo delitto di sangue della letteratura occidentale.

 

 

 

 

L’evirazione di Urano, il padre di Afrodite e dei Titani. Un delitto familiare compiuto senza esitazione da Crono, il figlio prediletto di Gea, compagna di Urano e madre di tutte le creature che in questo mondo primigenio iniziano a popolare l’universo. Gea, la Terra, odia Urano, il Cielo; lo odia perché Urano, senza nessun rispetto per il suo corpo, cala su di lei ogni giorno e la violenta, impedendole di respirare.

La violenza, il sangue, il delitto fanno così parte da sempre delle radici su cui si costruisce

il pensiero occidentale e così non ci sembra poi così strano pensare che tutti gli dèi, senza

eccezione, si siano uniti a donne mortali con la violenza.

Nel V secolo a.C. in una villa di campagna la nobile Lucrezia viene violentata senza pietà,

con la complicità delle tenebre, dal figlio dell’ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo. Alle

prime luci dell’alba, Lucrezia chiama intorno a sé i suoi cari e si toglie la vita trafiggendosi

con la spada: “che nessuna donna viva più nel disonore!” esclama. È il primo #metoo della

storia: la prima voce, orgogliosa, di donna a levarsi contro la violenza, la prima vittima a

non voler accettare il silenzio complice. Il gesto di Lucrezia segnerà la fine della monarchia

a Roma e l’inizio della repubblica. Lucrezia non è sola: l’antichità ci consegna le storie di giovani donne violate dagli dèi o da comuni mortali. Né fa particolarmente impressione ricordare una famosa espressione di Ovidio: vis grata puellae, “alla ragazza piace essere violentata”, sopravvissuta, come una scoria pericolosa, nei manuali di diritto fino ai primi del Novecento. Così nelle Metamorfosi di Ovidio, le giovani vergini trasformate in orsa e poi in costellazione, le ninfe che si mutano in alloro, le ragazze coraggiose che chiedono di essere cambiate in maschi e di diventare combattenti, sono spesso, e soprattutto, un grandioso affresco del corpo femminile: sempre violato, penetrato, ma anche vincente alla fine, seppure nel tempo del mito.

 

LO SPETTACOLO E LA SUA CIRCUITAZIONE

Lo spettacolo ha debuttato tra fine febbraio e inizio marzo 2019 a Pacta Salone dei Teatri

registrando grande successo di pubblico e consenso di operatori e tecnici.

La volontà è ora quella di portare lo spettacolo in giro per la città: teatri, scuole, sale

comunali, biblioteche, circoli culturali e di aggregazione, cortili e qualunque spazio

voglia ospitarlo. Creare una rete di luoghi e pubblico eterogenei, af finchè si parli di

questo fenomeno, siano conosciute le dinamiche violente e si diffondano strumenti atti a

generare un cambiamento nelle pratiche sociali. Il tutto attraverso uno spettacolo teatrale,

che utilizzando musica, letteratura e poesia è in grado di trattare un tema di tale

complessità e importanza, con il carattere godibile e rarefatto del linguaggio artistico. E in

questo modo arrivare a tutti.

Il progetto intende quindi organizzare una circuitazione in spazi non convenzionali che

prenderà il via da Istituti Scolastici Superiori e Centri Antiviolenza che stanno

manifestando l’interesse a sostenere il progetto. Attraverso contributi pubblici, erogazioni

di fondazioni e realtà culturali miriamo a garantire la possibilità per questi spazi di ospitare

lo spettacolo a costo zero, e allo stesso modo il pubblico vi avrà accesso gratuito.

 

  1. AZIONI DI PROGETTO E STRATEGIA

Il progetto si concentra sull’attivazione della circuitazione di questo spettacolo negli istituti

scolastici superiori di Milano.

Si intendono organizzare 10 appuntamenti o repliche dello spettacolo in scuole di Milano

o istituti af fini, offrendo agli studenti e/o al pubblico lo spettacolo e un momento di

ri flessione e scambio con artisti e operatori coinvolti.

Le scuole potranno offrire lo spettacolo/incontro a costo zero, o comunque con dei costi

minimi, dovendo farsi carico esclusivamente della fornitura di spazi e servizi di base.

Studenti e/o pubblico potranno fruire di spettacolo e confronto con gli operatori in maniera

assolutamente gratuita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SVOLGIMENTO DELLE AZIONI

La realizzazione dell’azione di progetto prevede nel dettaglio:

1)replica dello spettacolo teatrale

2)incontro con gli studenti

In accordo con gli istituti e i docenti di volta in volta coinvolti questa azione potra realizzarsi

secondo due formule:

– incontro preparatorio alla visione dello spettacolo, durante il quale agli studenti sarà

introdotta la tematica e i materiali utilizzati, e saranno suggerite con il sostegno dei

docenti, delle letture o delle azioni laboratoriali preparatorie all’appuntamento teatrale;

– dibattito successivo allo spettacolo, durante il quale studenti, artisti e docenti saranno

invitati e guidati a un confronto e sviluppo sulle tematiche affrontate.

 

 

  1. NOTE BIOGRAFICHE SOGGETTO PROPONENTE E ARTISTI COINVOLTI

Farneto Teatro è una associazione culturale indipendente fondata da Maurizio Schmidt

ed Elisabetta Vergani nel 1991. Le sue finalità sono queste:

  1. a) Produzione di eventi teatrali ispirati ad una visione civile dell’avvenimento spettacolare

ed alla valorizzazione culturale di spazi sociali carichi di memoria.

  1. b) Sviluppo di progetti legati alla pedagogia teatrale ad alto livello di specializzazione.
  2. c) Progettazione e gestione di progetti culturali di pubblica utilità.
  3. d) Realizzazione di film documentari su temi sociali
  4. e) Progetti di cooperazione internazionale

La linea artistica ha sempre dato una particolare attenzione all’incontro tra la musica e il

gioco dell’attore, all’integrazione delle comunità locali, alla ricerca continua di spazi non

convenzionali per il teatro.

Farneto Teatro lavora per progetti. Ogni progetto ha una propria indipendente vita

organizzativa: la struttura è composta da un nucleo storico di direzione e da una rete di

molti soci. Essere una “rete” è quindi la caratteristica della struttura che è agile, capace di

passare di scala da progetti ad altissimo impatto organizzativo a progetti più ridotti, proprio

perchè la sua struttura può allargarsi e restringersi a piacimento.

Nei suoi più che 20 anni di attività ha collaborato attraverso coproduzioni e residenze

con molti teatri di tutta italia, in particolare milanesi. Le proposte hanno sempre seguito il

filo di progetti tematici pluriennali.

Un importante settore di attività è stato dedicato al “Teatro fuori dal Teatro”, un ambito

nel quale Farneto può considerarsi tra i pionieri in Italia. L’ambito operativo a questo

proposito è storicamente l’Umbria con la più che ventennale collaborazione con il Corciano

Festival.

 

Elisabetta Vergani. Attrice e autrice.

Diplomata presso la Scuola Civica d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano. Ha recitato

in teatro con Giorgio Strehler, Marco Baliani, Gabriele Vacis, Silvano Piccardi, Massimo

Greco, Paola Rota, Marco Sgrosso ed Elena Bucci; al cinema con Giuseppe Bertolucci,

Gabriele Salvatores, Maurizio Nichetti, Massimo Bettini.

Dal 1992, dirige, insieme a Maurizio Schmidt, la compagnia teatrale Farneto Teatro, con la

quale ha realizzato il ciclo ventennale de Il Teatro fuori dal Teatro, spettacoli di prosa in

luoghi non teatrali, quali castelli, ville, piazze, ex-fabbriche, stazioni ferroviarie con testi

quali: “Sogno di una notte di mezza estate”, “La dodicesima notte”, “Un uomo è un uomo”,

“Arlecchino militare”, “La Mandragola” e, in ultimo, “Il Decameron” per Expo 2015.

Dal 2004 ha curato e interpretato il progetto Le Eroine del Mito: cinque spettacoli dedicati

a Cassandra, Medea, Antigone, Elektra e Elena. L’ultima drammaturgia di Medea di

Christa Wolf è andata in scena al Teatro Franco Parenti di Milano nel febbraio 2016 .Nel

2012, ha scritto e interpretato un omaggio alla poetessa Antonia Pozzi: “L’infinita speranza

di un ritorno”, diventato nel corso del tempo un ciclo di spettacoli, letture, interventi e

collaborazioni con diversi artisti dal titolo: Buon Compleanno Antonia.

Da marzo del 2014 ha scritto, coordinato e interpretato “Buon Lavoro”: un report teatrale

sul mondo del lavoro con particolare attenzione alle donne e ai giovani.

 

 

 

Ha inoltre collaborato con varie Università milanesi- Statale, Cattolica e Iulm tenendo

lezioni sul Mito Greco e la riscrittura contemporanea dello stesso e nel 2015 ha diretto

presso la Facoltà di Scienze Politiche un laboratorio di scrittura teatrale sui temi del

lavoro.Ha realizzato radiodrammi e trasmissioni radiofoniche.Conduce laboratori di

scrittura e narrazione teatrale nelle carceri di Opera e Bollate.

 

Maurizio Schmidt Autore e regista, presidente di Farneto Teatro

diplomato alla Scuola del Piccolo Teatro e laureato in Scienze Politiche. Si è avvicinato

alla direzione attraverso una carriera di attore nei principali teatri milanesi. E’ dal 1987

docente di recitazione presso la Scuola di Teatro Paolo Grassi di cui è anche stato

direttore. Ha fondato nel 1991 Farneto Teatro insieme ad Elisabetta Vergani, con sede in

Umbria. Collabora come documentarista con Tamat, ong italiana che opera in Burkina

Faso. I suoi ultimi progetti: il Decameron a Villa Scheibler (2015), Medea di Christa Wolf al

Teatro Franco Parenti (2016), Molto Rumore per Nulla al Festival di Corciano (2017),

Sketches & Short Plays di Harold Pinter al Teatro Out Off di Milano (2017) e Verso

Sankara al Teatro Franco Parenti di Milano (2018). Ha appena realizzato per la CGIL un

film documentario sul caso sindacale della K-Flex “K-Klex: il racconto di una lotta” (2018).

 

Silvia Romani è professore di “Religioni del mondo classico” e “Mitologia classica”

all’Università Statale di Milano. Si occupa in particolare di miti femminili e di ritualità

antiche. Fra le sue più recenti pubblicazioni si possono ricordare “Il mito di Arianna”,

Einaudi 2015 (con un racconto di Maurizio Bettini) e “Una passeggiata nell’Aldilà in

compagnia degli antichi”, Einaudi 2017 (con Tommaso Braccini). Si è a lungo occupata dei

temi della femminilità nel mito e nella cultura antichi, scrivendo un libro dedicato alle

nascite (“Nascite speciali”, Alessandria 2004). Sugli stessi temi, di prossima pubblicazione,

un volume sulle madri antiche (Carocci 2019). È anche autrice di libri per ragazzi e di un blog di mitologia.

 

Sara Calvanelli dai canti antichi alla sperimentazione, dall’improvvisazione libera alla

scrittura per il teatro, la danza e l’immagine, ricerca da sempre una dimensione personale

e femminile di fisarmonica.Ha realizzato concerti e performance in oltre dieci paesi nel

mondo e numerose collaborazioni con artisti internazionali convinta che la musica sia uno

dei più potenti strumenti di realizzazione e incontro.Il suo debutto discografico

 

Onironautiche (2017, Amadeus Arte) ruota attorno all’ esplorazione – anche attraverso il

canto – del lato acquatico e lunare di uno strumento conosciuto principalmente per le sue

spettacolarità virtuosistiche, ma che custodisce nel respiro la propria essenza e in esso

affonda radici ancestrali.Diplomata presso il Conservatorio Verdi di Milano, allo studio

della fisarmonica ha af fiancato quello del pianoforte, della composizione e del canto. Tra le sue ultime collaborazioni Daniele Finzi Pasca ,Giovanni Sollima , Floraleda Sacchi Karen Bernal , Moira Albertalli Giancarlo Parisi, Esbergsson e Maurizio Schmidt.

Farneto Teatro Associazione Culturale

Via Simone d’Orsenigo 21, 20135 MILANO

Sede Legale: Via Santa Giuliana 148, 06019 Umbertide (PG)

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